Pensione anticipata 2016: le penalità

Pensione anticipata 2016: le penalità

Pensione anticipata 2016: le penalità

Nell’articolo “pensione anticipata 2016” abbiamo descritto le regole che, nel 2016, regolano l’accesso alla pensione anticipata per gli uomini e le donne.

Oltre ai requisiti contributivi sempre più stringenti, fino al 31 dicembre 2014 le pensioni anticipate
hanno subito una penalizzazione, nel caso l’età di accesso alla pensione del lavoratore fosse inferiore a 62 anni e se il tipo di contribuzione era tale da far scattare le cosiddette penalità.

Le penalità sono state poi disapplicate con la legge di Stabilità 2015 (articolo 1, comma 113, legge 190/2014).

Con l’attuale regolamentazione, fino al 31 dicembre 2017 le pensioni anticipate sono messe in pagamento senza l’applicazione di penalità mentre, se la normativa non cambierà, dal 2018 (e per le pensioni aventi decorrenza da tale data) le penalità saranno applicate solo ed esclusivamente
in funzione dell’età
posseduta dal lavoratore al momento del pensionamento.

Le penalità della pensione anticipata

La penalità è pari all’1% per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni ed è elevata al 2% per ogni ulteriore anno di anticipo rispetto ai 60.

Nel caso in cui l’età al pensionamento non dovesse risultare intera, la riduzione percentuale sarà proporzionale al numero di mesi. La decurtazione si applica esclusivamente sulle quote retributive (quota A e B). Per i lavoratori con almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, riguarderà le quote calcolate al 31 dicembre 2011 mentre per i lavoratori con meno di 18 anni di contributi, la penalità sarà calcolata sulle quote di pensione maturate in corrispondenza del 31 dicembre 1995.

La norma non riguarderà mai i lavoratori contributivi puri poiché non hanno quote di pensione calcolate
con le regole del sistema retributivo.

In conseguenza di ciò, il lavoratore potrebbe rimanere attivo fino al compimento del 62esimo anno di età al fine di evitare l’applicazione delle decurtazioni. Tale scelta può portare diversi benefici. Infatti una maggiore prestazione lavorativa comporterà un maggior versamento di contributi e di conseguenza un maggior montante contributivo accumulato che sarà utilizzato per il calcolo della quota C.

I coefficienti di trasformazione

Inoltre ad età superiori corrisponde un coefficiente di trasformazione maggiore derivandone una quota di pensione più elevata.

La revisione dei coefficienti di trasformazione influirà negativamente sulla pensione.
Ad esempio su un montante di 300mila euro, con 64 anni di età, la pensione contributiva varia da 15.777 del 2015 a 15.477 del 2016 a causa dei nuovi coefficienti.
Con 66 anni e 7 mesi di età, la pensione varia da 17.226 a 16.858 euro.

Nell’anzianità contributiva (41/42 anni e 10 mesi) è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurato, fermo restando il contestuale perfezionamento del requisito di 35 anni di
contribuzione utile per il diritto alla pensione di anzianità disciplinata dalla previgente normativa.

Il requisito dei 35 anni deve essere calcolato prendendo a esclusivamente i contributi obbligatori, da riscatto e/o da ricongiunzione, volontari, figurativi con esclusione dei contributi accreditati per malattia e disoccupazione.

Per i lavoratori contributivi puri (privi di anzianità assicurativa al 31 dicembre 1995), nel calcolo dell’anzianità non potrà essere calcolata la contribuzione derivante da prosecuzione volontaria mentre
quella accreditata per periodi di lavoro precedenti il raggiungimento del 18esimo anno di età è moltiplicata per 1,5. I lavoratori “contributivi puri” raggiungeranno la pensione anticipata non prima del 2040.

Pensione anticipata contributiva

Riguarda esclusivamente i lavoratori privi di anzianità contributiva alla data del 31 dicembre 1995 e che rientrano quindi in un sistema contributivo puro. Per questa categoria di soggetti il diritto alla pensione anticipata nel triennio 2016-2018 è possibile al compimento di 63 anni e 7 mesi di età a condizione che risultino versati e accreditati almeno venti anni di contribuzione effettiva e che l’ammontare della prima rata di pensione
risulti essere non inferiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale (per il 2016, 1.254,60 euro). Un lavoratore con 63 anni e 7 mesi di età, riesce a soddisfare il requisito con soli 20 anni di contribuzione (dal 1996 al 2015) e uno stipendio medio di circa 39mila euro annui lordi.

Libri

One Response

  1. Maria 23 Luglio 2016

Commenti

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *