Ape social (a costo zero) per più categorie di lavoratori ?

Ape social (a costo zero) per più categorie di lavoratori

Ape social (a costo zero) per più categorie di lavoratori

Non solo soggetti “over 63” disoccupati di lungo corso senza più ammortizzatori sociali e lavoratori con disabili in famiglia o in particolari situazioni svantaggiate.
Il Governo stà valutando di estendere la possibilità di optare per l’anticipo pensionistico anche ad altri categorie di lavoratori “over 63”.

Nell’articolo Pensioni e Ape: anticipo pensione per gli over 63, era stato anticipato come il Governo prevedeva l’anticipo pensione per:

  • lavoratori over 63 in condizioni di disoccupazione
  • lavoratori prepensionabili per effetto di interventi richiesti dalle imprese per ristrutturazioni o che vogliano effettuare un ricambio del personale;
  • uscite volontarie (la dipendente pubblica intenzionata a fare la nonna a tempo pieno che è stata più volte evocata dal premier).

L’Ape relativa all’articolo precedente era relativa all’Ape aziendale, le ipotesi riportate di seguito riguardano l’Ape social.

Ape Social

Anticipo a costo zero per categorie svantaggiate.
L’Ape social è l’anticipo pensionistico a “costo zero”. Attraverso un bonus fiscale si dovrebbe annullare il costo dell’ammortamento del prestito per l’uscita anticipata, evitando che possa gravare sull’assegno pensionistico.
L’Ape social sarà garantita a categorie di lavoratori svantaggiate come i disoccupati o chi possiede i requisiti soggettivi (inabilità, invalidità, la presenza di disabili in famiglia). La platea dovrebbe essere estesa a operai del settore edile, macchinisti e forse “marittimi” attraverso il meccanismo delle categorie ad elevato rischio di infortunio sul lavoro. Tra i nodi da sciogliere, la soglia del reddito da pensione per accedere al bonus.

Il Governo, in vista dell’incontro decisivo su tutto il pacchetto-previdenza con il leader sindacali di martedì, sta valutando due ipotesi che consentono di allargare il bacino originario senza far crescere troppo i costi complessivi dell’operazione Anticipo pensionistico. Che si dovrebbero mantenere tra i 500 e i 600 milioni.

La prima ipotesi prevede l’inserimento nella platea dei potenziali beneficiari dell’anticipo pensionistico lavoratori ad alto rischio di infortunio. L’estensione potrebbe vedere come destinatari una fetta degli operai del settore edile, dei macchinisti e probabilmente anche del personale marittimo imbarcato.

Potrebbero non far parte di questo bacino gli infermieri e gli insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia per i quali il rischio da infortunio sul lavoro sarebbe medio-basso e non elevato.

Il meccanismo per stabilire il livello di rischio è allo studio ed è basato sulle banche dati dell’Inail.

La seconda ipotesi è più vicina alle richieste dei sindacati che spingono per garantire la flessibilità pensionistica a costo zero a tutte le categorie che svolgono “mansioni faticose”: dagli operai del settore edile agli autisti passando per infermieri e insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia.

Si stà valutando anche di alzare il tetto di pensione lorda per beneficiare dell’Ape a costo zero. Il Governo ha fissato il tetto di pensione lorda a 1.500 euro lordi, i sindacati vorrebbero far salire a 1.650 euro lordi per comprendere categorie come i macchinisti e gli operai specializzati.

Le varie ipotesi potrebbero essere formalizzate a metà Ottobre, data in cui dovrà essere varata la legge di Bilancio dove confluirà il pacchetto previdenza.

L’Ape Aziedale riguarda l’anticipo in caso di ristrutturazioni.
L’accesso all’anticipo per lavoratori coinvolti in casi di ristrutturazioni verrà finanziata dal datore di lavoro. L emodalità saranno rinviate agli accordi sindacali.
Le aziende potrebbero utilizzare il contributo dello 0,30% oggi destinato all’indennità di mobilità e che vale 600 milioni l’anno.

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