Pensione di Vecchiaia Ecco cosa cambia: 67 anni ?

l'età per ottenere la pensione di vecchiaia sarà innalzata a 67 anni

l’età per ottenere la pensione di vecchiaia sarà innalzata a 67 anni

L’ISTAT conferma le stime, l’aspettativa di vita si allunga per questo dal 2019 la pensione di vecchiaia si otterrà solo a 67 anni: malcontento dei Sindacati e nuove proposte del Governo.

Nonostante le proteste dovute al malcontento dei Sindacati e dei lavoratori, l’adeguamento previsto dalla Legge Tremonti-Sacconi del 2010, e reso automatico dalla clausola di salvaguardia della riforma Fornero (per cui l’aumento scatterebbe in ogni caso dal 2021), la decisione del Governo sembrerebbe ormai definitiva.
Il Governo ha comunicato che, vista la crescita dell’aspettativa di vita, dal 2019 l’età per ottenere la pensione di vecchiaia sarà innalzata a 67 anni.

Lo ha confermato il ministro del lavoro G.Poletti al termine dell’incontro con i sindacati a Palazzo Chigi del 13 novembre, fissando la prossima data per cercare di raggiungere un intesa finale con i sindacati per il prossimo 18 novembre.
Quindi nessun rinvio della decisione di rendere operativo l’innalzamento a 67 anni a partire dal 1° gennaio 2019, se non per 15 categorie di lavori gravosi che sarebbero escluse dall’aumento dell’età pensionabile.
Alle 11 categorie già fissate in precedenza dall’ APE sociale se ne aggiungono quindi altre 4, raggiungendo circa il 10% dei pensionamenti stimati per l’anno 2019.
Per l’esenzione dall’innalzamento automatico dell’età pensionabile occorrerà avere 30 anni di contributi e aver svolto lavori gravosi per 7 anni negli ultimi 10.
Ma vediamo in pratica l’elenco dei lavori considerati gravosi e quindi esclusi dall’aumento dell’età pensionabile a 67 anni a partire dal 2019:

CATEGORIE ESENTATE DALL'INNALZAMENTO DELL'ETA' PENSIONABILE A 67 ANNI DAL 2019

CATEGORIE ESENTATE DALL’INNALZAMENTO DELL’ETA’ PENSIONABILE A 67 ANNI DAL 2019

Il Governo per venire incontro alle proteste dei Sindacati , oltre alle categorie escluse sopracitate, propone un nuovo meccanismo di calcolo dell’aspettativa di vita a partire dal 2021, utilizzando le variazioni biennali rilevate dall’Istat, ovvero considerare la media biennale , e non sui picchi triennali attuali, confrontandola con il biennio precedente per ricavarne lo scostamento.

Ciò permetterebbe di tener conto gli eventuali cali di speranza di vita: se ci dovesse essere un abbassamento della speranza di vita i requisiti sarebbero corretti e diminuiti, ma nel biennio successivo.
Quindi in caso i calcoli portassero a una diminuzione dell’aspettativa di vita non si otterrebbe un calo dell’età pensionabile , ma solamente uno stop. I vari adeguamenti continuerebbero ad avvenire ogni due anni.

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