Pensioni: è possibile scegliere il part-time per chi è vicino alla pensione

Opzione lavoro part time per chi è vicino alla pensione

Opzione lavoro part time
per chi è vicino alla pensione

Chi è vicino alla pensione può far valere una opzione che permette di lavorare part-time presente nella legge di Stabilità 2016, la 208/2015.

La legge di Stabilità 2016, la 208/2015, mette in azione un insieme di strumenti finalizzati ad agevolare l’uscita anticipata dal lavoro e, contestualmente, favorire l’assunzione di lavoratori.

Con risorse pubbliche si cerca di dare un incentivo ai lavoratori e di non pesare troppo sulle aziende.
Il meccanismo prevede un part time incentivato, ma con una grossa novità: questa misura non si accompagna ad alcun obbligo di creazione di nuova occupazione.

Chi sono i destinatari della misura

I lavoratori che maturano il diritto alla pensione di vecchiaia entro il 31 dicembre del 2018 (quindi l’età di 66 anni e 7 mesi), che hanno almeno 20 anni di contributi, possono chiedere all’azienda lo svolgimento di un orario di lavoro ridotto, entro limiti precisi fissati dalla normativa, e in cambio ottengono
un pacchetto di incentivi economici.

Possono usufruire di questa opzione solo i lavoratori subordinati del settore privato.

Il lavoratore e il datore devono raggiungere un accordo che prevede una riduzione della durata della prestazione lavorativa tra il 40 e il 60% dell’orario di lavoro normale.
Il datore di lavoro può rifiutare la proposta e in questo caso il rapporto di lavoro prosegue senza alcun cambiamento.
Se invece la proposta viene accettata, le parti sottoscrivono l’accordo che prevede la riduzione dell’orario.

Cosa prevede l’incentivo contributivo ?

La legge, riconosce al lavoratore un pacchetto di incentivi che attenuano la penalizzazione economica e contributiva applicabile al lavoratore,rendendola ben inferiore rispetto a quella che subirebbe nel caso di una normale riduzione di orario.

Incentivi contributivo

Nonostante la riduzione di orario, il dipendente si vede accreditare i contributi previdenziali come se lavorasse a orario pieno.
La legge riconosce la copertura mediante contribuzione figurativa (con la conseguenza che i contributi non versati dal datore di lavoro sono coperti dalla fiscalità generale) delle ore di lavoro non svolte.

Se il datore di lavoro paga contributi collegati a un orario di 40 ore, dopo che l’orario viene ridotto a 20, il lavoratore continuerà a vedersi accreditati i contributi come se lavorasse a orario pieno, grazie alla contribuzione figurativa.
Questo misura consente di evitare che, in un sistema rigidamente contributivo, la riduzione di orario si traduca in una riduzione dell’importo del futuro trattamento pensionistico.

Incentivo economico

Un altro incentivo è di tipo economico: il datore di lavoro viene esonerato dall’onere di pagare all’ente di previdenza i contributi per le ore di lavoro non svolte, ma è tenuto a versare direttamente al dipendente le somme così “risparmiate”.
L’importo lordo entra tutto in tasca al lavoratore, perché la legge precisa che non concorre alla formazione del reddito ed esclude l’applicazione di contribuzione previdenziale.

Esempio di applicazione
Il lavoratore firma l’accordo per la riduzione al 50% e, siccome lavora la metà rispetto a prima, se prima il lavoratore riceveva 1000 euro lorde, ora la sua retribuzione lorda scende a 500 euro. Se il datore di lavoro che prima pagava 300 euro di contributi, ora ne deve pagare solo 150, gli altri 150 non restano in tasca al datore, ma devono essere versati al dipendente, che li riceverà senza pagare tasse e contributi. Quindi il lavoratore dimezza l’orario di lavoro ma non lo stipendio, in quanto percepirà una somma pari al 65-70% di quello originaria, e vede inalterate le proprie aspettative pensionistiche.

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