Come abbiamo visto in articoli precedenti, quota 100 è la principiale novità di quest’anno in ambito previdenziale. Grazie a questa legge è possibile accedere alla pensione con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi. L’accesso è consentito agli iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria dell’Inps, lavoratori dipendenti e autonomi e alla gestione separata Inps.
Il requisito anagrafico è ridotto di cinque anni rispetto alla pensione di vecchiaia, mentre quello contributivo prevede una riduzione di 4 anni e 10 mesi rispetto alla pensione anticipata degli uomini e di 3anni e 10 mesi per le donne.
Hanno accesso a quota 100 coloro che entro il 2021 conseguiranno i requisiti. Tra la maturazione del diritto dovranno trascorrere delle finestre che sono diverse in base al settore dei lavoratori privato o pubblico. Per i primi la finestra è di tre mesi e con decorrenza dal 1° aprile 2019 per chi ha maturato i requisiti nel 2018. Per i secondi la finestra è di sei mesi, con decorrenza non prima del 1° agosto 2019. I dipendenti del settore pubblico dovranno presentare domanda di collocamento a riposo all’amministrazione con un preavviso di sei mesi.
Requisiti
Per accedere a quota 100 è necessario avere entrambi i requisiti minimi previsti dalla norma, cioè 62 anni di età e 38 anni di contributi. Non è possibile arrivare a 100 con qualche anno di età in più e qualche contributo in meno o viceversa (per esempio 60+40). Per esempio, se una persona quest’anno ha 63 anni e 37 di contributi, deve attendere l’anno prossimo per accedere a quota 100 con 64 anni di età e 38 di contributi
Accesso e finestre
I requisiti devono essere ottenuti entro il 2021, dato che questa forma di pensionamento è stata introdotta in via sperimentale per tre anni. Tuttavia è previsto che una volta raggiunti i requisiti, l’accesso a quota 100 possa essere effettuato anche dal 2022 in poi. Per effetto della finestra, la pensione decorre dopo 3 mesi dalla maturazione del diritto (e comunque non prima del 1° aprile 2019) per i dipendenti privati e dopo 6 mesi e non prima del 1° agosto 2019 per i pubblici.
Domanda
È già possibile presentare la domanda di pensione all’Inps per gli iscritti alle gestioni private, pubblica e dello sport e spettacolo che hanno maturato i requisiti
Cumulo
Possono essere cumulati i contributi versati in più gestioni utilizzando la norma contenuta nella legge 228/2012, però in questo caso con ambito ridotto alle sole gestioni interne all’Inps, escludendo le Casse di previdenza dei liberi professionisti. Gli iscritti a quest’ultime, se vorranno, dovranno ricorrere alla ricongiunzione dei contributi, spostando all’Inps quelli versati alle Casse.
Importo da valutare
Facendo l’ipotesi che un lavoratore abbia già i requisiti senza dover fare alcuna operazione, prima di optare per la nuova pensione è opportuno verificarne l’importo. Infatti quest’ultimo sarà ridotto rispetto a quello che si otterrebbe con la pensione di vecchiaia o quella anticipata. Non per specifiche penalizzazioni stabilite dalla normativa, ma semplicemente per la minore anzianità contributiva maturata e per le modalità di calcolo insite nel metodo contributivo che penalizzano le uscite anticipate.